Basta Veleni!!

Marisa Valente e Renato Bologna hanno iniziato uno sciopero della
fame e un presidio contro i neonicotinoidi a Torino, dal 4 luglio,
davanti alla Regione Piemonte in C.so Stati Uniti. Un gesto – forte ed
estremo – per portare l’attenzione di tutti su un tema che tocca la
sopravvivenza del nostro sistema di vita sul pianeta.

 
… Nel 2004 non siamo più riusciti a far passare l’inverno alle
famiglie tanto erano spopolate, al punto da essere costretti a
riacquistarne una sessantina, complete sui 10 favi per poter affrontare
la stagione apistica 2005 e reintegrare l’apiario. Quest’anno ci
ritroviamo in una situazione ancora peggiore: abbiamo potuto constatare
che nel periodo luglio-agosto il calo è stato drastico, dell’80%, e
stiamo procedendo a riunioni esasperate per tentare di salvare almeno
qualche vecchio ceppo di api più resistenti alla varroa…”.

Con
questa lettera, il 7 settembre 2005, denunciavamo per la prima volta,
ai vari amministratori della nostra regione, la situazione critica della
nostra attività.
Siamo arrivati al 2011 e nulla è
cambiato. Ogni anno lo stesso problema in quanto la nostra azienda è
situata in una delle più rinomate zone di coltivazione della vite
dell’astigiano, ai margini del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro. La
moria delle api causata dai trattamenti „obbligatori” per la flavescenza
dorata delle viti, trattamenti che tra l’altro non hanno ancora risolto
il problema. Pesticidi a base di neonicotinoidi che irrorati anche una
sola volta sono letali per le api. E questo è conclamato: infatti tali
prodotti erano utilizzati anche per la concia delle sementi del mais e
sono stati vietati già da qualche anno.
Ad oggi più di
50 prodotti diversi a base di neonicotinoidi sono stati iscritti nel
registro del Ministero della Sanità (molti sono autorizzati addirittura
per la „lotta integrata”) per l’impiego sulle principali colture
ortofrutticole, (pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, zucchino,
melone, cocomero, cavolo a infiorescenza, a foglia, a testa, cavolo
rapa, cardo, prezzemolo, basilico, rosmarino, cerfoglio, erba cipollina,
lattughe e altre insalate, fagiolo, fagiolino, pisello, porro, cipolla,
carciofo, fragola, patata, frumento, orzo, erba medica, tabacco, olivo,
melo, pero, pesco, susino, ciliegio, mandorlo, albicocco, arancio,
clementino, mandarino, limone, pompelmo, vite), per la floricoltura e
per altri impieghi collaterali (antitarme, moschicidi, antipulci), senza
minimamente preoccuparsi della loro grave tossicità anche a dosi
subletali sugli insetti come le api. Un fatto gravissimo in quanto
importanti studi scientifici ne hanno già provato la tossicità sia a
livelli acuti che cronici a dosi bassissime.
Per la
cronaca le api contribuiscono in maniera determinante all’impollinazione
di oltre 225.000 specie vegetali, il 70% di quelle di interesse
agricolo, il 90 % dei fruttiferi, ortaggi, ecc.
La
perdita delle api non colpisce solo direttamente gli interessi degli
apicoltori, ma sono il segnale di allarme per un danno ambientale dalle
conseguenze inimmaginabili, come bene illustra il tossicologo olandese
Tennekes nel suo ultimo lavoro: “The systemic insecticides: A disaster in the making” (Gli insetticidi sistemici: un disastro in preparazione).
Nel
nostro piccolo le conseguenze per la nostra azienda sono enormi:
produciamo prodotti per apiterapia, pappa reale, embrioni di regina,
pandapi, polline, miele in favo e dalle analisi condotte (dall’ASL e da
un laboratorio privato) abbiamo la prova che la perdita di popolazione
di api e la perdita di capacità di autodifesa delle api restanti, sono
causate dai neonicotinoidi. A questo si aggiunge la scoperta della
contaminazione di alcuni prodotti dell’alveare con questi insetticidi.
Questo
è inaccettabile per noi, non ce la sentiamo di nascondere il problema e
tacere di fronte all’evidenza. Se non cambiano le regole di impiego di
questi insetticidi rapidamente dovremo chiudere l’azienda con la perdita
certa dei nostri beni dati in garanzia per il mutuo non più onorato a
causa del calo delle entrate. E chiuderemmo con un portafoglio di ordini
che ci consentirebbe di far fronte a ogni impegno creando anche
occasioni di lavoro.
Per questa ragione abbiamo deciso
di esporci ed attivarci personalmente, a sostegno anche del lavoro
svolto da Francesco Panella presidente dell’Unione Nazionale
Associazioni Apicoltori Italiani (UNAAPI), che da anni si batte per lo
stesso problema, a livello regionale, nazionale ed europeo.
Inizieremo
quindi uno sciopero della fame il 4 di luglio 2011, con un presidio ad
oltranza a Torino, davanti alla Regione Piemonte in C.so Stati Uniti,
fintanto che le autorità non sottoscriveranno serie garanzie per
ritirare dal mercato gli insetticidi in questione.
Per ulteriori info, sul sito internet www.rfb.it/bastaveleni pubblicheremo in „diretta” gli aggiornamenti.
Appello:
L’autorizzazione
all’uso dei neonicotinoidi deve essere definitivamente revocata, per
tutti gli impieghi, non solo quelli destinati alla concia del mais !

In
qualsiasi periodo vengano utilizzati, sotto qualsiasi forma, questi
insetticidi sistemici restano nella linfa della pianta e le api hanno
infinite possibilità di entrarne in contatto: attraverso nettare,
polline e l’essudazione della pianta, per melata, guttazione o rugiada.
Dobbiamo riuscire a far revocare almeno questi neonicotinoidi già
registrati, oltre ad impedirne le nuove registrazioni. La nuova
normativa peraltro lo esigerebbe, ma non si sa quando verrà applicata
davvero.

Chiediamo al Presidente della Regione
Piemonte, l’avv. Roberto Cota, di applicare il diritto a salvaguardare
un patrimonio locale come l’apicoltura vietando l’impiego dei questi
insetticidi sistemici, appellandosi al principio di precauzione, per la
salvaguardia dell’ambiente, del patrimonio degli insetti pronubi
impollinatori, come le api ed anche della salute umana: a questo
riguardo ci sono evidenze scientifiche che confermano che anche i
mammiferi subiscono danni dall’ingestione cronica di piccolissime dosi.
Auspichiamo che si faccia promotore presso la Conferenza Stato Regioni
di questa necessità affinchè la revoca sia su tutto il territorio
nazionale, oltre che presso la Comunità Europea.

Ci sono tutti gli strumenti legislativi per farlo immediatamente.
Abbiamo
deciso di sacrificare il nostro lavoro per iniziare lo sciopero della
fame poichè non abbiamo più alternative: proseguire a lavorare vedendo
le api soccombere in preda agli spasmi dovuti all’intossicazione dal
veleno, sapendo che questo è entrato nell’alveare e contaminerà il
prodotto, non è più possibile per noi. Da qualche anno non siamo più in
grado di evadere gli ordinativi e rischiamo di chiudere. L’alternativa è
di smettere di lavorare nel luogo che fu un paradiso per le api, ricco
di biodiversità, svendere la nostra proprietà (chi compra dove neanche
le api sopravvivono?) ed emigrare in un posto dove si possa lavorare.

Tutto
questo ci sembra profondamente ingiusto e non riusciamo a comprendere
come possano essere più importanti gli interessi di chi produce questi
prodotti (esistono molte alternative) rispetto agli interessi di chi
promuove la salvaguardia dell’ambiente e della salute di coloro che
vivono sul territorio.

Abbiamo deciso di dire basta e tentare questa ultima carta.
Ci
rivolgiamo a tutte le persone che hanno a cuore la natura, che
desiderano salvare le api, che desiderano cambiare questo modello di
sviluppo basato solo sul profitto immediato, senza nessuna attenzione ai
danni provocati all’ambiente e alla salute, a coloro che desiderano una
agricoltura che produca cibi sani anzichè spazzatura tossica. Aiutateci
a raggiungere l’obiettivo di questa battaglia.

Sul sito www.rfb.it/bastaveleni troverete
le informazioni sull’argomento: agite in autonomia, aprite presidi,
volantinate, diffondete via internet. Sarà un sogno riuscirci, ma a
volte i sogni si avverano!

Ci serve anche un
aiuto finanziario e chi volesse sostenerci così può utilizzare un
semplice bollettino di Conto Corrente Postale versando sul conto n.
1000095776 intestato ad Amici della Fattoria.

Ringraziamo sin d’ora tutti coloro che almeno faranno girare questo appello.



 



Źródło: Basta Veleni!!


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